Il destino di Nizza e Savoia ed il Trattato di Pace del 1947
25th Marzo 2010
Il destino di Nizza e Savoia ed
il
Trattato di Pace del 1947…
Garibaldi, nel 1863, così si esprimeva accettando la presidenza di un’
associazione dell’Emigrazione Nizzarda a Torino: “Spero domani potervi
dire: Andiamo insieme a rivedere la nostra Nizza libera. Il tempo della
violenza e della frode è finito”. Ed è
finito anche secondo Alain Roullier – Laurens, prolifico scrittore di
cose nizzarde e Jean de Pingon, fondatore della Lega Savoiarda. Essi il
24 marzo , presso un albergo di Ginevra, la città dove nel 1867
Garibaldi aveva presieduto il Congresso della Pace, hanno illustrato in
una conferenza stampa un documento che è stato inviato alle
rappresentanze diplomatiche in Svizzera delle potenze che con l’Italia
hanno siglato il trattato di pace del 10 febbraio 1947 e, naturalmente,
dell’Italia.
Che cosa si dice in questo documento?
Sostanzialmente che, con lo scoppio del secondo conflitto mondiale e
l’inizio delle ostilità tra Italia e Francia, venivano a cadere tutti i
trattati bilaterali sottoscritti tra i due Paesi anteriormente alla
guerra.
Secondo l’articolo 44 del Trattato di Pace tutte le potenze dovevano notificare all’Italia quali trattati venivano mantenuti e/o tornavano in vigore e, contestualmente, dovevano notificarli al Segretariato delle Nazioni Unite. La Francia fece ciò che ritenne opportuno, notificando anche un trattato del 24 marzo 1760 circa alcune rettifiche di frontiera tra i domini sabaudi e la Francia (per ciò che riguarda Nizza, in pratica, le terre francesi ad est del Varo venivano cedute in cambio di quelle ad ovest di detto fiume) ma non notificò il trattato di Torino del 24 marzo 1860 (firmato un secolo dopo quello cui si è accennato!) che, sempre secondo l’articolo 44 del trattato di pace, veniva a decadere automaticamente dopo sei mesi, assieme a tutti gli altri trattati eventualmente non notificati.
Forti anche di documenti provenienti dagli archivi dell’ONU, i combattivi Roullier-Laurens e de Pingon sostengono che ora Nizza e Savoia devono poter essere arbitre del proprio destino e scegliere se rimanere francesi, chiedere l’annessione all’Italia o diventare indipendenti.
Un sogno, questo, dello stesso Garibaldi, che chiese per Nizza lo status di città libera ed indipendente, capitale dell’Europa Unita. Ed il sogno di Nizza indipendente venne lanciato anche dal patriota mazziniano Enrico Sappia, nel suo libro “Nizza Contemporanea”, pubblicato nel 1871 quando era in esilio a Londra.
Nella conferenza stampa Roullier- Laurens ha annunciato anche la fondazione del “Partito Nizzardo” il cui modello, anche se non esplicitamente dichiarato, è quello dei partiti di raccolta delle minoranze linguistiche che ci sono in Italia (Suedtiroler Volkspartei, Union Valdotaine, ecc.): in esso troverebbero posto tutte le anime del particolarismo nizzardo, quella autonomista e quella separatista, quella italofila e quella strettamente legata alla realtà municipale, senza distinzioni ideologiche destra/sinistra.
Il Partito Nizzardo avrà anche, dove possibile, sezioni all’estero. A quella italiana potranno aderire non solo i nizzardi residenti in Italia per ragioni di lavoro o di affetti familiari, ma anche i discendenti di quegli oltre diecimila nizzardi che dopo il 1860 abbandonarono la Contea per non divenire francesi.
di Achille Ragazzoni